
Stephan Rammler, sociologo e fondatore dell'Institute for Transportation Design, prevede una trasformazione fondamentale delle città, che avrà successo solo grazie alla mobilità sostenibile. Stephan Rammler, si occupa di mobilità sostenibile
nel suo istituto a Braunschweig, in Germania.

Signor Rammler, come cambieranno le città in futuro?
Sempre più persone si trasferiscono nelle aree urbane e questo implica che ci sia bisogno di maggior spazio abitativo, di strutture culturali, per il tempo libero e di mobilità. La questione è come conciliare le aspettative future con lo spazio urbano disponibile.
E qual è la sua risposta?
Il caos delle città fa crescere la domanda di maggiore sostenibilità, poiché altrimenti, in vista del cambiamento climatico, nelle città non avremo più aria da respirare. Questo riguarda molti ambiti, ma prima di tutto quello della mobilità la mobilità. La proprietà individuale della classica auto con motore a combustione, con la sua grande impronta ambientale, è un modello obsoleto. Come si può vedere dalle giovani generazioni, i modelli di utilizzo stanno cambiando verso la condivisione, dal car sharing al bike sharing fino ai servizi di condivisione di scooter elettrici".
La città del futuro è senza auto?
Non mi spingerei così lontano. In futuro, tuttavia, i veicoli elettrificati domineranno la scena stradale. I politici dovranno creare incentivi per una mobilità più sostenibile, ad esempio introducendo un pedaggio urbano per gli automobilisti. Perché una cosa è certa: la trasformazione non può più essere rimandata.
Ralph Buehler, professore e ricercatore nel settore dei trasporti presso il Virginia Tech Research Center negli Stati Uniti, ci illustra come creare una città "ciclabile", portando come esempio Copenaghen.

Signor Buehler, Copenaghen è considerata in tutto il mondo un modello di gestione del traffico a favore delle biciclette: cosa possono imparare le altre città?
Quante città più piccole dei Paesi Bassi possono vantare le cifre da sogno raggiunte dalla capitale danese? Lì, il 49% della popolazione va al lavoro, a scuola o all'università in bici. Tutto questo però non è successo da un giorno all'altro; Copenaghen è una città rinomatamente favorevole alla bicicletta e che ha intensificato le sue misure negli ultimi 30 anni. Il motivo per cui la città è diventata un modello a livello mondiale può essere riassunto al meglio con una formula di successo: corsie ciclabili separate e protette lungo le principali vie di circolazione. Queste permettono infatti di giungere rapidamente a destinazione e garantiscono sicurezza per tutti.
Ci sono segnali che dimostrino che altre città ne stanno seguendo l'esempio?
Sì, in molte città del mondo vi è già una tendenza a creare piste ciclabili protette per consentire ai ciclisti di spostarsi in modo sicuro e veloce, spesso in combinazione con più zone in cui la circolazione delle auto è proibita nei centri città e in strade con limiti di velocità. Questo fa parte di una politica dei trasporti che dà più spazio ai pedoni, ai ciclisti e al trasporto pubblico, limitando e rendendo meno attraente il traffico automobilistico. Lo si può vedere a Montreal, in Canada, o a Portland, negli Stati Uniti, così come nelle metropoli europee di Parigi, Vienna e Barcellona.
Quali sono i fattori di impulso di questo sviluppo?
I comuni di tutto il mondo devono far fronte al difficile compito di ridurre le emissioni di CO2, riducendo al minimo la congestione del traffico e affrontando l'inquinamento atmosferico locale. Questo è l'unico modo per mantenere alta la qualità della vita: sono in gioco valori come la salute, la sicurezza e le opportunità ricreative. Per questo, lo spazio del traffico deve essere ridistribuito.
Quanto è importante la bicicletta per la transizione della mobilità?
La bicicletta avrà un ruolo importante nel trasporto sostenibile. Soprattutto nelle città, è il mezzo di trasporto perfetto per molte persone quando si tratta di distanze fino a dieci chilometri. La diffusione delle eBike sta dando un ulteriore impulso allo sviluppo, poiché consente di percorrere distanze maggiori e si rivolge a nuovi target. Ad esempio i pendolari, che possono raggiungere l'ufficio percorrendo anche tragitti lunghi e ripidi senza sudare. Affinché ciò sia possibile, tuttavia, è fondamentale che ci sia un'espansione della rete di piste ciclabili, in modo che gli abitanti delle aree periferiche possano recarsi ogni giorno velocemente verso le città e poi tornare a casa. Molte città devono recuperare un po' di tempo.